venerdì 25 gennaio 2013

Catalano e Sardo a scuola: sceglieranno le famiglie


La Direzione Scolastica Regionale, su invito della Regione Autonoma della Sardegna, ha inviato nei giorni scorsi ai dirigenti scolastici della Sardegna un "richiamo" affinché applichino uno dei principi fondamentali della Legge 482 del 1999: l'attivazione dell'insegnamento delle lingue minoritarie presenti nel territorio dello Stato Italiano. 

E poiché in Sardegna sono state riconosciute due lingue di minoranza, il Sardo e il Catalano, è necessario che i dirigenti scolastici dell'isola mettano in pratica questo principio, consentendo ai genitori che ne facciano richiesta di attivare dei moduli didattici per l'insegnamento del Sardo e del Catalano.

Legge 482 del 1999: tutela delle minoranze linguistiche storiche
Con la Legge n. 482 del 15 Dicembre 1999, denominata “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche” e pubblicata il 20 dicembre 1999 nel numero 297 della Gazzetta Ufficiale, la Repubblica Italiana, che già valorizza il patrimonio linguistico e culturale della Lingua Italiana, si impegna anche nella valorizzazione delle cosiddette lingue e culture “minoritarie” presenti nel territorio italiano.

Richiamandosi all'articolo numero 6 della Costituzione che afferma “La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche” e richiamando i princìpi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, con la Legge 482 lo Stato Italiano si impegna a tutelare “la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo”.

Quindi, oltre alla Lingua Italiana, che è la lingua ufficiale della Repubblica Italiana, la Costituzione e il Parlamento Italiano hanno sancito l’esistenza di altre 12 lingue che devono essere tutelate e valorizzate: la Lingua Albanese o Arbëreshë, la Lingua Catalana, il Tedesco, il Greco, lo Sloveno, il Croato, la Lingua Francese e il Franco-Provenzale, l’Occitano, il Ladino e il Friulano, e la Lingua Sarda.

La tutela di queste lingue e delle culture ad esse legate è quindi un dovere costituzionale.

Catalano e Sardo: finalmente a scuola?
Secondo quanto affermato dalla nota della Regione Sardegna e della Direzione Scolastica Regionale, dal prossimo anno scolastico 2013-2014 le famiglie sarde dovrebbero essere in grado di scegliere l'opzione Lingua Sarda e Lingua Catalana (ad Alghero) e optare, in questo modo, per l'insegnamento del Sardo o del Catalano a scuola, durante lo svolgimento delle lezioni.

In questo modo saranno le famiglie a scegliere se insegnare il Sardo e il Catalano ai propri figli, così come avviene, per esempio, in Alto Adige - Sud Tirol dove il plurilinguismo è una realtà consolidata da tempo.

Lingue minoritarie a scuola: in Sardegna e in Italia
Enrico Tocco, in qualità di responsabile ministeriale delle scuole in Sardegna, ha comunicato (e ricordato) ai dirigenti delle scuole della Sardegna che:

"Ogni scuola, in base al grado di istruzione che è chiamata a gestire, all'organico di cui dispone, alle strutture fisiche, alle risorse finanziarie, strumentali e professionali a cui può fare affidamento, realizza il suo Piano dell’Offerta Formativa. Il curricolo obbligatorio può essere quindi arricchito e integrato da ulteriori proposte formative.

In questo quadro appare opportuno ricordare che le indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione prevedono, per il percorso riguardante l’italiano, di prendere in considerazione, tra l’altro, la ricchezza e la varietà delle lingue minoritarie, che hanno particolare rilievo nel patrimonio linguistico della Sardegna. 

La legge 482/99, che tutela, per la nostra regione, la lingua e la cultura delle popolazioni catalane e di quelle parlanti il sardo, stabilisce che i genitori comunichino all'istituzione scolastica interessata se intendono avvalersi per i propri figli dell'insegnamento della lingua della minoranza".

Scuole della Sardegna: pronte a insegnare la Lingua Sarda?
La comunicazione del responsabile ministeriale rivolta ai dirigenti scolastici ha la finalità di stimolarli alla creazione del modulo di iscrizione che permetta la scelta dell'opzione Lingua Sarda. Ma le scuole della Sardegna sono pronte a "convertire" questo suggerimento in pratica? 

La Legge 482 afferma che nelle scuole materne di un territorio ove sia presente una minoranza linguistica “l’educazione linguistica prevede, accanto alluso della lingua italiana, anche l’uso della lingua della minoranza per lo svolgimento delle attività educative”. Mentre nelle scuole elementari e nelle scuole secondarie di primo grado “é previsto l’uso anche della lingua della minoranza come strumento di insegnamento” (Legge 482 art. 4, comma 1).

Ad ogni modo, sarà cura dei dirigenti scolastici mettere in atto questo punto della legge e garantire ai discenti sardi l'insegnamento delle lingue minoritarie presenti in Sardegna.


Impegno dalla Regione Sardegna per la Lingua Sarda e un'educazione multilingue

L'assessore regionale alla Pubblica istruzione e lingua sarda Milia ha affermato a proposito: "Siamo riusciti a garantire, da parte del Ministero, l'applicazione della legge anche se tardivamente e possiamo ora impegnarci per rialzare la testa e iniziare il nuovo cammino. 

L'obiettivo è raggiungere in cinque anni almeno la maggioranza delle famiglie che optano per il sardo (o le altre lingue presenti in Sardegna) e un'educazione multilingue che non dimentichi l'italiano e le altre lingue straniere. 

Con la legge del sardo veicolare e curricolare del 2009 abbiamo risolto i problemi giuridici per la presenza della lingua in maniera ufficiale a scuola nel curricolo obbligatorio. Ora è necessario vincere tutti quei luoghi comuni e quei pregiudizi che ostacolano ancora l'utilizzo normale della lingua minoritaria a scuola, spesso da parte anche degli stessi dirigenti scolastici e del corpo docente, senza aspettarsi grandi risultati nell'immediato. 

La Regione si impegnerà comunque in questa opera di sensibilizzazione grazie anche alla collaborazione con alcune università di prestigio internazionale quali quelle di Edimburgo, Madrid e Padova.

Purtroppo l'interruzione improvvisa della legislatura parlamentare ci ha impedito di portare a casa un risultato al quale stavamo lavorando da due anni e per il quale avevamo già avuto l'ok dalla Commissione Paritetica Stato Regione. Si tratta di una norma di attuazione dello Statuto Speciale per il trasferimento delle funzioni di programmazione scolastica e quindi della possibilità di poter intervenire con più legittimazione nell'ambito di un sistema scolastico che, in Sardegna, è gestito interamente dallo Stato. 

Siamo riusciti però a bloccare la discriminazione del sardo nella Carta Europea e anche nella spending review. Tutte battaglie che saranno riprese, a qualsiasi titolo e in qualsiasi ruolo, anche nella prossima legislatura parlamentare".

Leggi anche:

Per saperne di più:
Sardo a scuola, ora si può